Questo libro merita una doppia menzione, per la sua felicità narrativa e per il privilegio del dono informativo che contiene. Non è un romanzo, non è un manuale, non è un saggio, non è una guida. è un Memoir narrativo che racconta alcune delle stelle più o meno famose e più o meno amate o dimenticate o non gisutamente valorizzate della musica italiana dagli anni Sessanta ai giorni nostri e che svela aneddoti e curiosità nascoste con qualche sfumatura noir.
Da Fabrizio De André a Mia Martini ad Angelina Mango, da Mina e Lucio Battisti a Diodato, dagli Squallor e Giancarlo Bigazzi a Marco Mengoni e Ghali, da Rino Gaetano e Domenico Modugno ai Maneskin, passando per Gino Paoli, Lucio Dalla, Gabriella Ferri, Ivan Graziani, Francesco De Gregori, Ivano Fossati, Claudio Baglioni, Mango, Umberto Tozzi, Aleandro Baldi, Mahmood, Achille Lauro, Blanco, Madame e tanti altri in un filo che collega, come perline per trovare un tesoro nascosto, il prima e il dopo, il “vecchio” e il “nuovo”, laddove non è vero che il nuovo è marcio e che i giovani artisti contemporanei sono sterili o vuoti e privi di contenuti ma, anzi, stimano e, spesso, emulano il precedente e da esso imparano e sanno di aver ancora tanto da apprendere ma anche da dare.
La narrazione minuziosa dei fatti di uno zio a suo nipote Salvatore è come accolta dal caldo abbraccio di un’indole sensibile e acuta.
Non è un libro da leggere tutto d’un fiato; è un libro da acquistare e da mettere sul comodino per una lettura serale. Ogni sera, prima di chiudere gli occhi, spegnete lo smartphone, aprite questo libro e gustate una giornata al massimo. Non più di una giornata a sera, perché dietro ogni storia c’è un profondo momento di riflessione.
Ciro Castaldo, classe 75, di professione docente di matematica e fisica nella scuola secondaria di secondo grado. Direttore artistico del Mia Martini Festival e biografo dell’immensa artista. Quando l’ho conosciuto e mi ha parlato di sé per la prima volta, non riuscivo a capire come un uomo di studi scientifici potesse avere una tale sensibilità verso l’arte e la cultura umanistica. Leggendo i suoi libri e frequentandolo, ho scoperto che è una delle pochissime persone con cui è possibile avere un confronto profondo. Laddove intorno tutto è superficialità. E i suoi studi scientifici, pragmatici, altro non fanno che rafforzare la sua dedizione alla cultura, la sua passione per la Musica. Del resto, se si rinuncia alla concretezza dei fatti le parole restano solo parole. E quindi, via ai compartimenti stagni! Pensiamoci, la musica è in ogni dove. E dov’è musica impegnata e dove vi sono musicisti-artisti dal grande talento e dal profondo vissuto, li v’è Ciro Castaldo.
I fatti che racconta e come ce li racconta lasciano a occhi aperti, anzi a cuore aperto.
Licia Terracciano