Gli echi del silenzio
di Salvatore Tornincasa
La poesia ci è necessaria.
Affermazione scivolosa in un mondo che sempre più comunica per voci ed immagini. L’entusiasmo prorompe dallo scambio di foto, immagini, filmati, salvo poi suscitare, non sempre in maniera inconsapevole, gelosie e invidie in followers e nei partecipanti alle lunghe catene di condivisione.
Quindi la poesia? è veramente necessaria?
La poesia è complice compagna delle arti figurative mentre la prosa è sodale con l’architettura; la cifra poetica è fluida, sinuosa proiettiva così come lo è ogni forma d’arte figurativa, uno stimolo perpetuo alla fantasia; il romanzo, il racconto, la novella, ancor di più il saggio, costruiscono uno stabile edificio con percorsi codificati, una struttura architettonica esplorabile e conclusa. Così la poesia non suscita solo emozioni, riflessioni, pensieri, immagini, ricordi: la poesia crea arte, l’arte intima del singolo che abbraccia tutte le emozioni delle proprie “mondità”, dei mondi degli oggetti, dei nostri simili, della nostra intimità e della nostra fantasia.
La poesia di Salvatore Tornincasa si fa attuale intimità nel gettare lo sguardo sull’esistenza che scorre intorno a noi, un grande fiume che tutto abbraccia, il tutto-abbracciante, come amava suggerire Jaspers.