Sabato 30 marzo è stato presentato “l’ombra pesante della guerra”, libro di Najeeb Farzad. La presentazione è avvenuta a Pomigliano d’arco presso la libreria Wojtek, nella centralissima piazza Giovanni Leone.
Il libro è “l’ombra pesante della guerra”, esordio letterario in italiano per Najeeb Farzad, giornalista e scrittore afghano, che negli anni si è distinto anche per attivismo e impegno sociale, specie in funzione della promozione dei diritti umani. L’opera in questione è una narrazione cruda e senza peli sulla lingua dello scenario in Afghanistan. D’altronde il sottotitolo recita “L’Afghanistan in un secolo di violenze”. In sostanza il filo conduttore è questo: nel corso degli ultimi 40 anni, l’Afghanistan ha visto numerosi passaggi di potere: dall’occupazione sovietica, al periodo dei Mujaheddin, passando per i talebani, l’occupazione occidentale ed il ritorno dei talebani dopo gli accordi di Doha del 2021.
Questi cambiamenti politici, di indirizzo e di idee, non hanno però cambiato l’esistenza del popolo afghano, costretto, in ogni caso, a subire violenze, discriminazioni e violazioni della dignità umana. Ognuna di queste violenze è riportata all’interno de “l’ombra pesante della guerra”, con dovizia di particolari, a scopo di denuncia.
La prospettiva con cui Najeeb Farzad racconta il suo paese è quella di chi quelle violenze le ha viste da vicino, le ha riportate e continua a reperirle tutt’oggi. L’autore infatti resta costantemente informato sulle barbarie e sui crimini contro l’umanità che si verificano in Afghanistan. Crimini che hanno spinto lui e la sua famiglia, tempo fa, a scappare e a rifugiarsi in Italia grazie all’intervento dell’associazione YaBasta-Nova Koinè, che ha provveduto tramite una fitta rete solidale a far arrivare in Italia la famiglia di Farzad, sotto l’ala del progetto S.A.I. di Scisciano.
Tornando alla presentazione di Pomigliano d’arco, l’autore ha avuto modo di parlare non solo del libro, ma anche dell’attualità che esso rappresenta; non è un mero prodotto fine a se stesso, ma una rappresentazione di una realtà difficile in piena evoluzione, quella appunto dell’Afghanistan.